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testo scritto in occasione della mostra "entropia con sostituzioni" spazio via lattea di roberta toscano - torino 2013
"con sostituzioni" si riferisce ad un'istallazione presente in mostra in cui oggetti non biodegradabili venivano accostati a oggetti biodegradabili e/o provenienti da fonti rinnovabili.
testi:
entropia con sostituzioni - sul concetto di entropia

perché se nulla si crea e nulla si distrugge in fondo noi siamo la testimonianza cosciente dell'impossibilità di non essere.

introduzione
con “entropia” si apre una riflessione sul tema della dispersione, dissoluzione, rarefazione di tutto ciò che esiste e al tempo stesso sulla caparbia lotta di tutti gli esseri viventi per contrastare e precedere, seppur di un piccolissimo passo e per un determinato lasso di tempo, questa tendenza...
condizione questa che rende possibile la nostra stessa esistenza aprendo sempre nuovi margini di progettualità lungo il suo cammino.

il significato di entropia dunque non è utilizzato passivamente.
se infatti da un lato l'entropia si riferisce sempre ad un insieme reale finito, noi sappiamo anche che l'universo appare piuttosto essere in/finito, sospeso com'è nell'eterna contraddizione di non essere pensabile né come finito né come infinito. contraddizione questa che certo avrà a che fare con la nostra limitata forma mentis la quale probabilmente ci impedisce (o perlomeno fino ad ora ci ha impedito) di porre la domanda nei giusti termini. purtroppo questa teoria, come spesso accade, in alcuni casi è stata interpretata mettendone in luce soprattutto la deriva decadente, pessimistica, giungendo a conclusioni spesso discutibili. in alcuni casi questo è avvenuto arbitrariamente trasferendo senza troppi problemi da un piano all'altro della realtà specifiche categorie concettuali. come se nel considerare la realtà in termini quantitativi o energetici non ci fosse differenza tra la legna da ardere, una tela di picasso, una mazzetta di banconote o un libro. tutti questi oggetti infatti bruciando sprigioneranno calore ma evidentemente nel frattempo qualcos'altro andrebbe perso irrimediabilmente...
se infatti nell'esaminare la realtà restano sempre validi i principi fisici fondamentali sarà molto difficile, utilizzando quelle stesse categorie, spiegare alcuni comportamenti legati alla complessità propria della sfera biologica e a quella relazionale che ne è una diretta conseguenza. inoltre questo avviene mentre tutto oggi è considerato in quanto relativo e persino lo spazio vuoto appare carico di potenzialità un tempo impensabili.

affrontare la realtà, o una parte di questa, attraverso la lente della legge dell'entropia, così come avviene utilizzando determinati algoritmi, consente comunque di evidenziarne aspetti non solo interessanti ma utili a prevenire e risolvere problemi di vario genere, compresi quelli ambientali.

ma cos'è l'entropia?
la legge dell'entropia è connessa al secondo principio della legge della termodinamica secondo la quale tutta l'energia passa inesorabilmente da uno stato di ordine ad uno di disordine trasformando progressivamente l'energia da utilizzabile a inutilizzabile.
anche per creare ciò che noi reputiamo ordine occorre infatti sempre energia. ciò significa che quando viene creata un'apparenza di ordine questo avviene con dispendio di energia e comunque a discapito di un maggior disordine in un ambiente circostante.
tenendo conto di questo, nell'affrontare i temi ambientali, in quanto esseri viventi, oltre a far leva sull'economia, noi possiamo comunque contare su molti fattori come la quantità enorme di energia presente nel cosmo e i tempi astronomici entro i quali l'essere umano può ritagliarsi nicchie biologiche durevoli.
un esempio per tutti è la quantità di energia solare che continuamente viene emessa e dispersa in gran quantità ma teoricamente immagazzinabile a nostro beneficio.
se dunque da un lato la dispersione, la dissipazione, il disgregarsi di un ordine o organismo complesso può essere sinonimo di morte; dall'altro è anche vero che l'universo in cui viviamo è ancora (e lo sarà ancora per molto tempo) molto dinamico e ricco di potenzialità, anche in considerazione delle diverse scale spazio-temporali poste a confronto e delle interferenze di sistemi ed ordini differenti.
una realtà dunque ambivalente entro la quale ci troviamo ad interagire.

con sostituzioni
riferendosi al termine sostituzioni non viene messa in discussione la pratica del riciclaggio. questa infatti oltre ad arginare il consumo di materie prime non rinnovabili e contrastare la pratica dell'usa e getta in molti casi si è dimostrata in grado di garantire a molte persone margini di sopravvivenza e dignità altrimenti non praticabili. basti pensare alle famiglie con gravi problemi economici che grazie a questi comportamenti sono riuscite a superare momenti di crisi o hanno potuto garantire un'istruzione ai figli... solo per fare alcuni esempi.

questo non può però significare che da un lato esista chi consuma senza alcun ritegno, ancor più con la scusante che tanto c'è chi ricicla, e dall'altra chi è deputato a riciclare qualsiasi cosa e in quantità illimitate.
l'idea è che anche il riciclaggio si debba riferire ad una quantità di rifiuti già limitata al minimo attraverso scelte e azioni determinate a priori. l'attuale enorme produzione di rifiuti dovrebbe cioè essere contrastata a monte nel momento stesso della produzione, confezione e distribuzione. la logica del mercato però fa sì che questo cambiamento non possa realizzarsi in tempi brevi.
per questo è necessaria una sensibilizzazione.
noi però già da subito possiamo fare qualcosa per contrastare sia l'inquinamento che l'immissione nell'ambiente di rifiuti con un pesante impatto ambientale, cosa talvolta possibile attraverso comportamenti e scelte molto semplici.
quanto detto non ha però velleità né moralistiche né normative fine a se stesse.
il moralismo semmai dovrebbe essere rivolto a chi da troppo tempo trae enormi profitti a spese della collettività e dell'ambiente.
vuole piuttosto dimostrare come queste scelte possano evitare l'immissione nell'ambiente di rifiuti e, in considerazione del risvolto motivazionale e dei materiali usati in alternativa, risultare perfino gratificanti nonché dotati di una loro particolare estetica.

una contraddizione evidente
se noi pensiamo all'abisso temporale necessario a rendere disponibili materie prime quali gli idrocarburi – nell'ordine di centinaia di milioni di anni!!! – e a come questo contrasti con la pratica dell'usa e getta, non è difficile capire perché si parli tanto di fonti rinnovabili e materiali biodegradabili o ecosostenibili.
l'intento esemplificativo non esclude comunque la possibilità di contrapporre al senso di inadeguatezza provato ogni qualvolta si producono e gettano rifiuti inquinanti, la soddisfazione nell'utilizzare materiali a basso impatto ambientale. anche dal punto di vista merceologico ed estetico questi materiali sovente ci restituiscono una sensazione di maggiore sicurezza e calore.

con sostituzioni
oggetti derivati dal petrolio e comunque con un impatto ambientale e psicologico forte sono accostabili per future sostituzioni a prodotti realizzati con materiali provenienti da fonti rinnovabili, biodegradabili e/o risultato di pratiche a basso impatto ambientale.
si tratta di pratiche personalmente adottate da tempo con piacere senza cioè alcuno sforzo in quanto oltre ad essere sorrette da una forte motivazione implicano un diverso e più soddisfacente approccio a questi materiali proposti come sostitutivi.

in sintesi: motivazioni
il tutto (compresa un'installazione qui non documentata) nel suo insieme è nato pensando al futuro e soprattutto a quello delle generazioni che verranno rispetto alle quali è forse giunto il momento di pensare a quale sarà lo scenario che lasceremo loro in eredità. questo in concomitanza ad uno stress ambientale che se non contrastato porterà il nostro pianeta ad un punto di saturazione con le conseguenze che purtroppo cominciamo a sperimentare.
ma psicologicamente ritengo che i problemi sollevati ci coinvolgano tutti già da ora condizionando la qualità e percezione della nostra interazione con l'ambiente.

paola zorzi nov/dic 2013

testi:
sul concetto di naturale testo
l'ambiente urbano (classificazione) testo
note a margine critica all'idealismo - testo

testo progetto un metro quadrato di terreno
come fare come effettuare il rilevamento: suggerimenti





progetto: "un metro quadrato di terreno"
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